giovedì 31 maggio 2007

Camionista per caso

... Mentre i sogni miei segreti li rombavano via i TIR ...
(F. Guccini, Autogrill)


Sogni segreti li ho sempre avuti... Probabilmente li abbiamo tutti. Spesso tendiamo a nasconderli, a mandarli via, e ci comportiamo come se non esistessero.
Oggi, però il mio sogno segreto
non è stato rombato via, ma si è concretizzato su un TIR.
Camionista per 10 minuti. Io che, guidando l'automobile, maledicevo spesso i camionisti e il loro atteggiamento superbo da padrone della strada... Era tutta invidia! Perchè avendo il controllo di un mezzo del genere non puoi fare a meno di sentirti un re!

Un ringraziamento particolare a Paolo e al suo Scania.

martedì 29 maggio 2007

Il mio primo passo

Porta itineris dicitur longissima esse
La porta è la parte più lunga del viaggio
(Marco Terenzio Varrone)

Meno sette giorni!
Tra una settimana esatta, mi troverò a più di 1000 km da questa sedia su cui ora sono seduto. Già mi vedo, seduto su un'altra sedia, aspettando il cameriere che mi porta una cerveza e con gli occhi puntati su quella splendida muchacha che, consapevole della sua "porca figura", passeggia lungo la rambla.
Ormai tutto è fissato: pagato il biglietto aereo, prenotato l'albergo... Oggi, addirittura, il prof catalano ha risposto alla mia mail, fissando un appuntamento per discutere (sue testuali parole) "della fisica e del mio futuro".
Quelle visioni, opache e indefinite fino a qualche giorno fa, ora sembrano più nitide... E forse per questo fanno più paura! Quelle visioni non sono più sogni, non sono più immagini idilliache del luogo ideale per me... Ormai vedo un posto di lavoro, una borsa di studio da ottenere. Non so quanto dovrò camminare, ma ormai la mia valigia è pronta e posso soltanto procedere.
In fondo, si tratta solo di compiere il primo passo. Che, come al solito, è sempre quello più difficile...

martedì 22 maggio 2007

Venezia


La dolce ossessione degli ultimi suoi giorni tristi, Venezia la vende ai turisti
(F. Guccini, Venezia)

Di nuovo a casa. Dopo un weekend da turista. Nella città più turistica del mondo.
Era tantissimo tempo che non facevo una giornata da turista. Quelle giornate a passeggio, camminando completamente a caso per una città e fermandosi solo per leggere la guida o per fare fotografie. Quelle fotografie che vengono male e non hanno niente di originale, ma ti piacciono un sacco per il ricordo che riescono a evocare. Ricordi che vanno ben oltre quel luogo estraneo, quel luogo che hai vissuto per un solo, brevissimo giorno.
Forse è questo il bello della vita da turista: il fatto che, sapendo di avere poco tempo, si cerca di cogliere il più possibile del luogo che si sta vivendo... "Perchè poi, chissà quando ci tornerò..." Ma, una volta tornati a casa, quando si riguardano le foto e si rivivono quei momenti, è facile chiedersi se si ha visto tutto quello che c'era da vedere, se si ha provato tutto quello che c'era da provare, se si ha perso qualcosa che non era da perdere.
Per me oggi, è ironico pormi queste (forse inutili) domande. In fondo è già da qualche mese che me le sto ponendo. In un'ottica un po' più grande di una gita a Venezia.
Ho un gran desiderio di lasciare i luoghi della mia infanzia e costruirmi una vita lontano da qui. Ma ho fatto tutto quello che dovevo fare? Non sto lasciando incompiute tante cose che dovevo fare qui? Non sto lasciando persone, immagini o affetti che forse meritano altre attenzioni?

Forse sono solo dubbi stupidi. Dolci ossessioni degli ultimi miei giorni tristi...
Forse sarò sempre in tempo per tornare nella mia terra. O forse, tra qualche tempo, ci tornerò da turista...

mercoledì 16 maggio 2007

Principi di indeterminazione

Considerando il passato, si ha sempre l'impressione - probabilmente fallace - di un certo determinismo
(M . Houellebecq, Le particelle elementari)

Talvolta mi è capitato di chiedermi "Cosa sarebbe successo se...?"
Inizio a farmi un sacco di seghe mentali, a costruirmi percorsi mai pensati prima e a immaginare me stesso in svariate situazioni al limite dell'inverosimile. E alla fine, mi rendo conto che l'unica conclusione plausibile a tutte quelle ipotesi coincide con il mio presente.
Troppo banale? Forse la televisione ha distrutto la mia immaginazione? Forse sono troppo soddisfatto dei risultati ottenuti? Non penso... Credo che il motivo per cui arrivo a questa conclusione sia l'inutilità del gioco. Perchè qualunque cosa penso, il mio passato è lì, scritto nero su bianco, immutato e immutabile. E conduce sempre e solo al mio presente.
Mi sembra quasi che questo presente non me lo sia costruito da solo. Mi sembra quasi che una forza che sfugge al mio controllo mi abbia condotto fino a qui: il determinismo, il fato, il primo motore immobile... Chiamatelo come vi pare. Comunque mi viene da chiedere se questa forza, che sembra aver condizionato il mio passato e sembra condizionare il mio presente, condizionerà anche il mio futuro.
Non so neanche se esiste una risposta a questa domanda. Ma, se esiste, spero veramente che sia negativa. Spero di continuare a sognare e di continuare a rincorrere i miei sogni come se tutto fosse possibile!

Spero che non esistano misteriose equazioni di Schroedinger che deteminano univocamente l'evolversi della nostra esistenza. Comunque, anche se queste equazioni esistessero, mi auguro di trovare qualche errore statistico o qualche principio di indeterminazione...

giovedì 10 maggio 2007

Filosofia spiccia

"E' solo ricercando l'impossibile che l'uomo ha conosciuto il possibile.
Coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che appariva loro come possibile non hanno mai avanzato di un solo passo."
(M. Bakunin)

Ho pensato a questa frase qualche giorno fa, quando mi hanno chiesto: "Perchè hai fatto la tesi su un sistema allo zero assoluto se lo zero assoluto non si può raggiungere?"
Ecco la risposta: ricerca dell'impossibile! Ho cercato l'impossibile anche oggi, dal tabaccaio. Compro l'ennesimo gratta e vinci, vinco 2 euro e... Che fare? Intasco la monetina o prendo un altro biglietto? Propendo per la seconda opzione, nonostante il grillo parlante della mia coscienza che continua a ripetermi: "Illuso! Non potrai mai trovare due biglietti vincenti consecutivi" Una voce insistente e noiosa, messa a tacere solo dopo aver grattato il secondo biglietto. Ho vinto ancora! E penso: "Ha ragione l'adidas. Impossible is nothing!" Non resta che grattare la striscia inferiore, dove c'è scritta la mia vincita. Da destra verso sinistra. Zero. Zero. Virgola. Cinque. 5 EURO! Fanculo! Non mi ripago neanche i gratta e vinci che ho comprato nell'ultima settimana!

Comunque Bakunin ha ragione. Continuerò a cercare l'impossibile. Magari non dal tabaccaio!

martedì 8 maggio 2007

Scirocco

Ricordi? Le strade erano piene di quel lucido scirocco, che trasforma la realtà abusata e la rende irreale...
(F. Guccini, Scirocco)

Giorni di nebbia. Guardo avanti, verso il futuro, e vedo solo nebbia. Guardo indietro e vedo una realtà abusata: momenti indimenticabili, alcuni anche bellissimi. Ma è da troppo tempo che questi momenti si ripetono identici e l'unica cosa che posso fare è sperare che arrivi qualcosa in grado di cambiare quello stato di sospensione che ormai mi appartiene.
Non chiedo tanto. Un soffio di vento. Un breve soffio di vento caldo che possa cancellare quella nebbia che mi sta davanti. Un breve soffio di vento per farmi capire se la strada che sto prendendo è quella giusta. Un breve soffio, veloce come quella domanda che mi è stata rivolta qualche mese fa: "Perchè non vai a Barcellona a fare il dottorato?"
Un breve soffio di scirocco, che all'inizio mi ha dato anche fastidio, ma in poco tempo ha aperto una strada nuova davanti ai miei occhi. Ho visto un mondo che stavo immaginando da molto tempo: in un attimo, senza neanche accorgermene, me lo sono trovato a portata di mano. Da allora ho sempre seguito la strada che mi conduceva a quel traguardo. Ho camminato finchè ho potuto.
Ma ora, il tempo è cambiato. Il vento si è calmato ed è scesa di nuovo la nebbia. E attendo qui: fermo a metà strada. Attendo risposte. Forse chiedo troppo?

Soffiasse davvero quel vento di scirocco...

sabato 5 maggio 2007

Introduzione


Per colpa o per destino, le donne le ho perdute.
E quando sento il peso di essere sempre solo,
mi chiudo in casa e scrivo
e, scrivendo, mi consolo
(F. Guccini, Cirano)

Non ho mai scritto. Non mi sono mai sentito veramente solo. E' vero che non ho ancora trovato la donna della mia vita, non ho mai vissuto la storia d'amore con la A maiuscola, ma sono sempre stato circondato da un sacco di amici veri e non mi sono mai sentito veramente solo.
Forse è questo quello che mi è mancato in questi miei 25 anni: momenti di solitudine. E ora mi sento a mio agio da solo, in pace esclusivamente con me stesso. Mi rendo conto che sono cambiato. Non penso sia il titolo di dottore in fisica che ho ricevuto 15 giorni fa: probabilmente era un cambiamento già in atto da parecchio tempo. Forse, l'unica cosa diversa è che adesso ho la mente abbastanza libera da rendermi conto di questo cambiamento.
Non ho mai scritto, anche se ho sempre sognato di farlo. In questo momento rimpiango tantissimo questa mancanza. Credo che, rileggendo parole scritte da me in passato, potrei guardare il vecchio Riccardo con gli occhi del Riccardo di adesso, potrei riflettere meglio su quello che sono stato e che credevo di essere, potrei riprovare alcune delle emozioni provate allora, potrei anche riderci sopra... Credo che non sia mai troppo tardi per rimediare alle proprie mancanze. Per questo, credo che non sia sbagliato aprire ora questo blog: questo mio diario personale, questa raccolta di pensieri che magari un giorno mi farà ridere, piangere o incazzare.
Ho iniziato con l'immagine di Cyrano di Bergerac. Forse perchè in lui un po' mi rispecchio: sicuramente, anch'io sarei stato in grado di aiutare un amico a conquistare la donna dei miei sogni. Forse, perchè ho avuto bisogno di sentirmi solo per iniziare a scrivere.
Certamente non scriverò bene come lui. Tuttavia, mio caro lettore, prometto di impegnarmi per scrivere al meglio.